Provenzano Salvani
Provenzano Salvani | |
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Miniatura del sec. XIV, Roma Biblioteca Chigiana: un fante porta sull'asta la testa di Provenzano Salvani | |
Nascita | Siena, 1220 circa |
Morte | Colle di Val d'Elsa, 17 giugno 1269 |
Cause della morte | Morto in combattimento |
Etnia | Italiano |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Repubblica di Siena (Ghibellini) |
Forza armata | Esercito senese |
Grado | Magister militum |
Guerre | Guelfi e ghibellini |
Battaglie | Battaglia di Montaperti Battaglia di Colle Val d'Elsa |
Comandante di | Milizie senesi |
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Provenzano Salvani (Siena, 1220 circa – Colle di Val d'Elsa, 17 giugno 1269) è stato un generale italiano.
Nobile comandante, nipote paterno della nobildonna senese Sapìa Salvani, con la quale non condivideva le idee politiche durante la lotta tra Guelfi e Ghibellini, fu a capo della parte ghibellina della Repubblica di Siena che era maggioritaria in città.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1260 ebbe un ruolo di primo piano nella Battaglia di Montaperti dove i senesi, con l'appoggio delle truppe guidate da Farinata degli Uberti, fuoriuscito fiorentino, riuscirono a sconfiggere le truppe guelfe di Firenze. In occasione del Convegno di Empoli, si scontrò duramente con Farinata degli Uberti, in quanto propugnava la distruzione di Firenze. Fu nominato Podestà di Montepulciano nel 1262 e, successivamente, Cavaliere per poi assumere il titolo di dominus di Siena.
Dove sorgeva la sua residenza a Siena e dove secondo la tradizione si verificò un miracolo della Vergine, fu poi costruita una chiesa, che divenne la chiesa della Madonna di Provenzano.
Trovò la morte nella battaglia di Colle di Val d'Elsa del 16-17 giugno 1269, ucciso dal suo nemico personale Regolino Tolomei. Fu decapitato e la sua testa issata su una lancia, fu portata, come un trofeo, a giro per il campo di battaglia.
La Divina Commedia
[modifica | modifica wikitesto]Provenzano Salvani è stato citato da Dante nella Divina Commedia dove lo troviamo tra i superbi dal momento che si credette tanto potente e prestigioso da nominarsi Signore di Siena.
Anziché approdare nell'Antipurgatorio, Provenzano si trova nel Purgatorio in virtù di un atto di umiltà: all'apice del potere si era ridotto a chiedere l'elemosina ai suoi concittadini per poter riscattare un amico prigioniero di Carlo I d'Angiò. La sua storia non viene narrata direttamente, ma da un altro personaggio della Commedia dantesca, Oderisi da Gubbio.[1] Nella Divina Commedia è indirettamente protagonista anche di un altro canto, il tredicesimo del Purgatorio, quando a parlare è Sapìa Salvani, sua zia da parte di padre, rievocando la vittoria dei guelfi e di Firenze nella battaglia di Colle di Val d'Elsa.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Batini, Capitani di Toscana, Firenze, Edizioni Polistampa, 2005, pp. 22 - 27 ISBN 88-8304-915-2
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Lapidi della Divina Commedia di Siena
- Sapìa Salvani
- Battaglia di Montaperti
- Battaglia di Colle
- Purgatorio - Canto tredicesimo
- Purgatorio - Canto undicesimo
- Storia di Siena
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Salvani, Provenzano, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Roberta Mucciarelli, SALVANI, Provenzano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 89, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017.